728 x 90

Il corpo consapevole

Il corpo consapevole
Andrea Lorenzo del Poz recensisce per noi il volume di Ruella Frank

Autore: Ruella Frank
Editore: Franco Angeli
Collana: Psicoterapia della Gestalt
Anno: 2017

Collegare lo sviluppo e il movimento: nello scriverlo i due concetti parrebbero di facile correlazione a livello d’immagine mentale, trovo tuttavia che il libro di Ruella  Frank e la teoria in essa espressa, siano tra i “ponti teorici” di collegamento più efficaci che ho finora incontrato.

Partendo dalle sue esperienze, oltre che dagli elementi delle più recenti osservazioni dell’infant observation, la Frank osserva e teorizza alcuni pattern relazionali di movimento propri della diade neonato/caregiver sulla base dei quali il nostro sé andrebbe a strutturarsi: fattore che rivive e che si può nuovamente esperire nel nostro interagire esistenziale e nella pratica clinica.

L’uso dell’ambiente/caregiver come punto di riferimento del nostro muoverci “verso e/o via da” costituisce lo spunto cardine del nostro coordinarci e dell’origine della co-costruzione del nostro sé.

I nostri micro-movimenti e le nostre modalità motorie, divenuti ormai uno sfondo ovvio e scontato risultano essere il contenitore e il limite delle nostre identificazioni e quindi delle nostre azioni possibili e non possibili (o quantomeno non disponibili in modo stabile o temporaneo).

Yielding, pushing, reaching, grasping, pulling, and releasing movements, ovvero lasciarsi andare, spingere/rsi, raggiungere, aggrapparsi, tirare e movimenti di rilascio; queste sono le sequenze possibili di interazioni psicomotorie che la Frank osserva nei suoi studi e che divengono col tempo interazioni esistenziali che costruiscono il nostro sé.

Da queste teorizzazioni mi pare consegua un’immagine davvero interessante dell’esistere,visto come un movimento “via da” e/o “verso cui”, oggi supportata sempre di più dagli studi delle neuroscienze; tale immagine risalta nelle descrizioni delle persone raccontate in questo libro, dando intensa coloritura umana e fattezze incarnate alla costruzione del sé.

La dimensione della consapevolezza da sempre centrale nelle teorizzazioni gestaltiche, acquisisce un’ulteriore caratterizzazione, tipica della dimensione inter-corporea, ovvero si situa e ci situa in modo esperito e vissuto, sul confine dell’alterità, che diventa ancor più: obiettivo, guida e limite del nostro agire esistenziale.

L’elaborazione e l’analisi de “Il corpo consapevole”, ci mostra soprattutto la ricchezza che si può dispiegare in noi in termini di nuove possibilità, nel momento in cui ci accorgiamo di come ci muoviamo nel mondo, in modo assolutamente fisico, concreto e letterale.

Il nostro sentire, il nostro guardare, il nostro cercare, il nostro tenderci o il nostro aprirci e/o chiuderci, reincontrano il senso profondo del vivere, laddove queste modalità, prima ovvie, scontate, automatiche, diventano identificazioni consapevoli possibili.

La Frank ci mostra come la nostra funzione es nel suo lato cinestesico possa incontrare e integrarsi con la nostra funzione io dando vita ad una corporeità consapevole e ad un rinnovato ground di possibilità interrelazionali prima non esprimibili, forse mai realmente emerse.

Lo scritto mostra come la rinnovata consapevolezza incarnata nelle nostre movenze corporee, dischiuda la possibilità di staccarsi da Gestalt psicomotorie fisse, ormai irrigidite in modo doloroso e/o da Gestalt relazionali incompiute, che continuano a ripetersi alla ricerca di un esito auspicato mai raggiunto.

La Frank sembra indicarci con grande efficacia una buona strada per muoverci via dai nostri attaccamenti più problematici e sofferenti, suscitando la libertà di creare e co-creare la novità nei nostri processi interrelazionali e nel nostro muoverci a livello profondamente esistenziale.

Ti potrebbe interessare anche...