L’autrice ci propone alcune vignette “nate” durante il suo percorso di Terapia della Gestalt ed ironicamente ci racconta alcune delle sue intuizioni, emerse dal lavoro su di sé.
Ho sempre disegnato. Fino alle scuole medie ininterrottamente, soprattutto vestiti. Ogni tanto alle superiori facevo le caricature. Dall’Università ho smesso, non so bene perché. A sprazzi tornava la voglia, ma non la assecondavo: non volevo “perdere tempo” con un hobby.
Non concedendomi di fare qualcosa che mi piacesse solo per il gusto di farlo, distogliendo così il pensiero dal futuro incerto, dalla carriera non ben inquadrata, dalla concretezza di un obiettivo, ho iniziato a sentirmi irrequieta, implosa, triste. L’inizio della terapia ha coinciso con il desiderio di “divertirmi”, di sfogare la creatività senza sentirmi in colpa. E tra l’altro ho scoperto che facendo arte il tempo si dilata.
Vignetta dell’unicorno a molla
Quando credi fermamente in qualcosa può succedere di tutto, perfino che gli unicorni a molla ti portino verso mete lontanissime.
Vignetta popcorn
Le paranoie trasformano la realtà in un universo parallelo, un vero e proprio film.
Vignetta squalo
La paura a volte blocca e capita di scambiare pesciolini innocui per squali.
Vignetta lotta
Gli amori possono finire, le amicizie pure. L’unica cosa che resta sono io, ed è anche la cosa più difficile da accettare.
Vignetta critico
Temiamo il giudizio altrui, vogliamo sempre compiacere e a volte non concediamo a noi stessi nessuna gentilezza.