Irene Tria e Alberto Bertotto

Irene Tria e Alberto Bertotto – psicologi psicoterapeuti formatisi presso la Scuola Gestalt di Torino – ci parlano di un progetto nato nel 2009 presso l’Istituto ed indirizzato a studenti in psicologia che svolgono il tirocinio universitario. Il progetto, da loro coordinato, nasce dalla richiesta esplicita di una studentessa universitaria per la quale la scuola aprì la convenzione con l’Università degli studi di Torino per poterla ospitare e – se vogliamo adottare una lente cara alla SGT – sostenendo la sua aggressività-sessuale verso la realizzazione di un bisogno/interesse. Come spesso accade presso la SGT l’esperienza produce altra esperienza: il progetto è stato così ripensato e ampliato prendendo spunto dalle difficoltà e dalle potenzialità emerse negli anni per raggiungere la migliore forma possibile, ben sapendo che essa andrà continuamente ricercata.

 

L’avvio del progetto

La Scuola Gestalt di Torino nel 2012 ha deciso di coinvolgere Jgor Francesco Luceri e Alberto Bertotto, due psicoterapeuti che si erano formati presso l’Istituto, nell’organizzazione e conduzione delle attività di formazione indirizzate ai nuovi tirocinanti in psicologia. Per un paio di anni si erano avvicendati singoli tirocinanti che – per lo svolgimento delle loro attività curriculari – venivano inseriti nei gruppi di formazione rivolti a specializzandi psicoterapeuti (formazione quadriennale) o counselor (formazione triennale).

Successivamente lo staff ha pensato di ampliare l’offerta per attrarre un numero maggiore di studenti e costituire un gruppo di studenti universitari più stabile ed omogeneo: l’obiettivo primario era quello di permettere ai tirocinanti di fare un’esperienza formativa all’interno di un contesto più sicuro con un gruppo di pari con esigenze simili. Il percorso era quindi finalizzato alla crescita personale attraverso esperienze guidate,  la conduzione di colloqui di sostegno psicologico svolti sotto supervisione dei tutor e dei docenti della scuola, alternati a momenti di approfondimento teorico e pratico della Terapia della Gestalt e del modello formativo della Scuola Gestalt di Torino.

Per supportare queste attività si è deciso di mantenere nel percorso dei tirocinanti la partecipazione ai seminari di formazione in psicoterapia e counseling in modo che potessero “immergersi” maggiormente nella realtà formativa dell’Istituto: ogni tirocinante veniva quindi  inserito in un gruppo di studenti in formazione presso la scuola per tutta la durata del suo tirocinio, con il compito di redarre, di volta in volta, un report  per ogni seminario seguito. La stesura di questa sorta di “diario” aveva come fine quello di permettere al tirocinante di “masticare e digerire” l’esperienza vissuta, ma anche di lasciare una traccia al gruppo in formazione di specializzandi psicoterapeuti o counselor del loro passaggio. I tirocinanti venivano inoltre coinvolti nell’organizzazione dei convegni e nelle attività di segreteria. Infine, una volta al mese, il gruppo tirocinanti incontrava alternativamente Mariano Pizzimenti, direttore e trainer della scuola, e Franco Gnudi, vicedirettore e trainer dei corsi di formazione in psicoterapia: durante questi incontri gli studenti avevano la possibilità di osservare il lavoro dei docenti durante vere e proprie sedute individuali che venivano svolte con un allievo del gruppo, disponibile a fare da “paziente modello”; ad ogni seduta seguiva un momento formativo di teoria e di analisi del processo della seduta nell’ottica della teoria della Terapia della Gestalt.

L’evoluzione del progetto

In base ad alcuni feedback dei tirocinanti raccolti nei primi due anni di lavoro e ad alcune nostre riflessioni il percorso ha acquisito una direzione più chiara.

Ci siamo infatti accorti di quanto fosse importante creare uno sfondo più solido e sostenente per evitare un avvicendamento frequente di studenti: si è quindi scelto di realizzare tutte le attività all’interno di un’unica finestra annuale con un gruppo di tirocinanti disposti a svolgere in modo continuativo 1000 ore di formazione in modo da avere un gruppo che inizi e finisca il tirocinio nello stesso momento.

Ci siamo inoltre resi conto di quanto la partecipazione ai gruppi in formazione di psicoterapia e counseling fosse una criticità: gran parte delle attività di formazione professionale nella nostra scuola è caratterizzata dal lavoro “in gruppo” e “sul gruppo” e la partecipazione saltuaria dei tirocinanti ai weekend formativi era diventata un’esperienza faticosa e di difficile comprensione sia per gli allievi del gruppo “ospitante”, sia per i tirocinanti: per gli allievi in formazione – che si avvicinano ad una esperienza nuova e sconosciuta – infatti, era difficile accogliere e sostenere i tirocinanti e, per i tirocinanti, era difficile inserirsi nella singola esperienza senza essere anche parte del processo di quel singolo gruppo.

Questo ci ha condotto a ripensare al progetto, senza escludere totalmente questo tipo di esperienza: abbiamo così inserito la possibilità di partecipare ai seminari teorici dei percorsi di formazione di psicoterapia (che sono momenti di approfondimento su uno specifico tema) in cui si incontrano tutti i gruppi in formazione e dove quindi la novità dell’incontro riguarda tutti i partecipanti.

L’insieme di tutti questi elementi ha fatto emergere come l’esperienza dello studente nel proprio gruppo di formazione sia importante ed elettiva rispetto ad altre forme di apprendimento per:

  • la fiducia che si sviluppa nel contesto del proprio gruppo di appartenenza e che facilita dunque la possibilità di mettersi in gioco e di “scoprirsi” di fronte agli altri  per ogni singolo studente;
  • la motivazione e il sostegno alla partecipazione alle attività programmate;
  • il raggiungimento degli obiettivi formativi estremamente diversificati tra gli allievi e i tirocinanti: da una parte ci sono professionisti specializzandi in psicoterapia o studenti in counseling con un loro bagaglio di esperienza, identificati nella futura professione e che scelgono e pagano una formazione specialistica o professionalizzante, dall’altra ci sono studenti universitari, il cui tirocinio è di fatto obbligatorio per il conseguimento della laurea e che non hanno ancora acquisito uno sfondo di esperienza professionale.

Nel 2014, proprio in seguito a tali valutazioni e riflessioni, ha preso l’avvio un progetto formativo nuovo più strutturato, condotto e coordinato da noi, dove alcuni elementi sono stati rivisti per raggiungere il modello attuale.

Gli obiettivi

In questi anni di esperienza abbiamo osservato che c’è molto interesse a praticare, a sperimentarsi insieme alla paura di sbagliare, di non essere all’altezza o di danneggiare l’altro.

L’obiettivo primario di questo percorso è proprio quello offrire ai tirocinanti uno spazio in cui sperimentarsi in un luogo sicuro, di stare in situazioni con livelli di rischio sostenibili scoprendo ed usando il proprio talento (quindi le proprie risorse). La gestione dei vissuti avviene attraverso l’esplorazione, il confronto reciproco, la condivisione e l’esperienza pratica della conduzione di brevi colloqui: in questo modo diamo valore all’entusiasmo, alla voglia di mettersi alla prova, all’esplorare nuovi compiti e capacità.

Il percorso si pone quindi tre obiettivi specifici:

  • preparazione al colloquio clinico – il percorso universitario è ricco di nozioni e variegato nella presentazione dei vari approcci psicologici, ma manca il “fare”, lo sperimentarsi in quella che diverrà, una volta superato l’Esame di Stato, la professione di psicologo: abbiamo quindi pensato che il tirocinio può essere un’ottima occasione per cimentarsi in colloqui di ascolto e sostegno all’interno di un contesto sicuro in modo che gli studenti si sperimentino in brevi colloqui tra loro, sviluppando e migliorando le proprie competenze di ascolto e supporto, così come di orientamento e riformulazione;
  • crescita e sviluppo personale – “fare esperienza” sostiene la crescita e lo sviluppo personale: più conoscenza abbiamo di noi stessi, maggiormente sapremo comprendere cosa accade nella relazione con un paziente; noi siamo strumento di noi stessi, è dunque necessario conoscerci, utilizzare le nostre risorse come sfondo, riconoscere i nostri limiti per non proiettare sull’altro le nostre difficoltà;
  • preparazione teorica –  la cornice teorica di riferimento è chiaramente la Terapia della Gestalt della quale vengono affrontate le basi teoriche quali l’approccio fenomenologico, esperienziale, olistico ed esistenzialista, la psicologia della gestalt, (la dinamica figura/sfondo, la lettura dei fenomeni in termini di campo), la teoria del Sé, il ciclo di contatto, le interruzioni di contatto e i processi di identificazione e di alienazione.

 

Le attività

Per sostenere lo studente nel raggiungimento degli obiettivi le attività che proponiamo sono:

  • incontri settimanali –  i tirocinanti partecipano ad incontri settimanali condotti da noi come coordinatori del progetto; gli incontri sono momenti in cui i partecipanti possono sperimentarsi insieme nelle esperienza proposte, tese inizialmente ad alimentare un clima di conoscenza reciproca e fiducia; sono spazi di condivisione, confronto e “masticazione” delle esperienze (anche di quelle che avvengono in altri momenti formativi), momenti in cui fermarsi ed assimilare anche a livello teorico; durante questi incontri sosteniamo gli studenti a sperimentarsi tra loro in brevi colloqui, sostenendo le funzioni di ascolto, riconoscimento, riformulazione e nella restituzione di feedback: in questi momenti viene dato valore all’esperienza di gruppo perché possa divenire il “luogo” privilegiato in cui fare esperienza personale e relazionale; tale modalità è anche un’occasione per sostenere il lavoro sulle dinamiche di gruppo in modo da far sperimentare la funzione dei gruppi nella crescita e nella consapevolezza individuale, il valore della relazione come luogo dell’esperienza di cura;
  • incontri con i docenti – il gruppo incontra mensilmente Franco  Gnudi e Mariano Pizzimenti e ha la possibilità di osservare i trainers della scuola nel lavoro clinico (sedute individuali con i partecipanti), di approfondire la teoria e sperimentarsi nella conduzione di colloqui sotto la loro supervisione;
  • seminari pratico-teorici – la scuola organizza 10 seminari su temi specifici, condotti da colleghi professionisti che si sono formati presso l’istituto; abbiamo sentito importante l’inserimento di questi seminari per più motivi: sono momenti in cui gli studenti possono accedere all’esperienza lavorativa che hanno acquisito i professionisti in seguito alla formazione specialistica e “scoprire”  come ognuno ha portato “la teoria e la pratica della Terapia della Gestalt” nel proprio ambito di lavoro; sono quindi ulteriori momenti in cui gli studenti possono apprendere degli strumenti pratici, fare esperienza delle possibili declinazioni della Terapia della Gestalt e scoprire possibili ambiti di applicazione o realtà lavorative; sono – d’altra parte – un’occasione per i colleghi per divulgare il/i modo/i in cui hanno trasformato la propria formazione in uno specifico e personale ambito di lavoro;
  • seminari teorici– sono momenti di formazione all’interno del percorso quadriennale in psicoterapia a cui due/tre tirocinanti alla volta possono partecipare; sono in genere organizzati intorno ad uno specifico argomento che viene trattato da un punto di vista teorico ed esperienziale: ci siamo accorti che una cornice ben definita per l’incontro diminuisce i livelli di ansia e di rischio per tutti i partecipanti e quindi agevola l’incontro di persone che appartengono a gruppi diversi;
  • corso di formazione per la preparazione all’esame di stato per gli psicologi – nel percorso con i tirocinanti è emerso come fosse un loro bisogno formativo concreto e sentito ricevere una preparazione all’esame di stato per psicologi: accogliendo questa domanda si è deciso di inserire all’interno del percorso di tirocinio quattro incontri dedicati a percorrere le tre prove che compongono l’Esame di stato (il tema generale, la stesura di un progetto e la stesura del caso clinico);
  • stesura di un report  – è uno strumento che si è rivelato fondamentale nel tirocinio; ad ogni studente è richiesto di tenere un diario  personale in cui trascrivere le esperienze a cui ha partecipato con due tipi di descrizione: una prima parte dedicata all’esposizione delle attività svolte durante l’incontro (il contenuto, il “cosa”) e  una seconda dedicata ai propri feedback rispetto a sensazioni ed emozioni provate (il “come”); è il momento del “ritiro”, in cui le esperienze vengono rimasticate e assimilate a livello individuale durante un tempo “privato”;
  • partecipazione all’organizzazione della scuola – parte dell’attività professionale comprende anche lo sviluppo di abilità di marketing (gestione di un sito, dei social media, progettazione di attività, individuazione di target), di back-office (organizzazione del lavoro e planning) e di realizzazione di eventi: abbiamo quindi deciso di coinvolgere ogni studente anche in alcune di queste attività, ad esempio assumendo temporaneamente la gestione della pagina Facebook dell’istituto, partecipando attivamente alla realizzazione di convegni (sia nella progettazione che nella fase attuativa) e realizzando di volta in volta il calendario dei loro incontri e attività
  • approfondimenti – ogni tirocinante è invitato a partecipare ad eventi, convegni, seminari, laboratori promossi dall’istituto oppure di proprio interesse e ad approfondire temi teorici attraverso la lettura di testi e/o articoli della rivista on-line della scuola.

Gli strumenti

Gli obiettivi precedentemente descritti li realizziamo attraverso strumenti che riteniamo indispensabili nella formazione di un professionista che voglia lavorare in una relazione di aiuto “appoggiandosi”  alla Terapia della Gestalt:

  • i feedback come strumento di espressione di sensazioni ed emozioni che si manifestano nell’esperienza – la capacità di restituire un feedback implica l’abilità di riconoscere le emozioni e le sensazioni che si manifestano nel qui-e-ora dell’esperienza: esse sono uno dei modi, insieme alla funzione del pensiero, che l’individuo utilizza per la comprensione di ciò che accade nel qui-e-ora della situazione; il lavoro sui feedback prevede l’allenamento all’ascolto dei propri sensi, delle proprie emozioni e sostiene un maggior livello di consapevolezza di sé in relazione all’altro (all’ambiente); attraverso la condivisione in gruppo o nei momenti di lavoro in coppie si sostiene l’allievo a divenire consapevole e “respons-abile” di ciò che sente;
  • crescita e consapevolezza personale come strumento per orientarsi nel lavoro – la crescita e la consapevolezza personale è indispensabile per svolgere una funzione di sostegno per l’altro: una comprensione maggiore di sé è necessaria durante l’incontro con l’altro poiché siamo strumento di noi stessi; maggiormente ci conosciamo e sappiamo cosa sperimentiamo, maggiormente potremo usare le nostre competenze per orientarci nel lavoro;
  • il gruppo come strumento per lo sviluppo di sé –  per noi un altro contributo per lo sviluppo di sé è l’esperienza formativa in gruppo, in cui la relazione con l’altro diventa un’esperienza che sostiene l’individuo a comprendere come si muove nelle relazioni: per questo motivo abbiamo scelto di realizzare un percorso della durata di un anno in cui viene costituito un gruppo di 10-12 partecipanti che seguiranno la maggior parte delle attività insieme.

 

Conclusioni

Questo progetto, così come esposto, viene realizzato da un paio di anni ed è stato proposto a due gruppi composti da più di dieci studenti ciascuno. Gli studenti si sono rivelati soddisfatti del percorso di crescita e consapevolezza intrapreso e hanno ritenuto che questa esperienza di tirocinio in psicologia clinica sia stata un’ottima possibilità di evoluzione personale e professionale.

Un ringraziamento a Stefania Massara che ci ha aiutato e sostenuto a mettere in forma fruibile ai lettori le nostre considerazioni e a rendere esplicito ciò che diventa “ovvio” – quindi implicito – nella pratica.